I giovani in Avis? Il passaparola vince ancora sui social
Il primo forum provinciale giovani di Avis Bergamo è stato un’importante occasione per lavorare e riflettere sui dati di una ricerca che ha coinvolto oltre 10.500 persone.
I giovani in Avis? Il passaparola vince ancora sui social

Il primo forum provinciale giovani di Avis

Bergamo è stato un’importante occasione

per lavorare e riflettere sui dati di una ricerca

che ha coinvolto oltre 10.500 persone.

Nell’associazione, infatti, il 30% dei donatori

appartiene alla fascia giovanile e al

suo interno ha una consistente tendenza

(23%) ad assumere cariche direttive. Gli

interventi di apertura dell’iniziativa hanno

dato parola a Silvia Ghilardi, referente

Avis Giovani, a Oscar Bianchi, presidente

Avis Lombardia, e alla professoressa Maria

Paola Mostarda (docente di pedagogia

della comunicazione alla Cattolica di

Brescia) che con Mirella Francioni di Avis

Giovani e la donatrice Anna Luisa Di Napoli

ha coordinato l’indagine esplorativa

“I giovani in Avis”.

Uno dei primi aspetti evidenziati dal lavoro

è che non deve essere dato per scontato

il fatto che i social possano attrarre i

ragazzi, poiché “connessione non fa rima

con partecipazione”: la principale strategia

di crescita di Avis rimane il passaparola

(38%), seguito dagli eventi (33%) e solo in

ultimo dai social (29%). Punto di criticità

è anche il tema della cooperazione con altre

associazioni, dove è avvertito il rischio

di perdere qualcosa della propria identità;

anche se alla domanda “che cos’altro

si potrebbe fare?”, il 42% risponde eventi

diversi in comune con altre associazioni,

mentre il 17% indica il contatto personale

e il 25% afferma di non sapere come agire.

Elemento di forza è valutato il rapporto

tra avisini junior e senior, che permette di

avere legami senza snaturare nessuno. La

collaborazione tra giovani e realtà comunali

senior esiste nel 100% dei casi e nell’

80-90% dei casi risulta essere positiva.

Tra le critiche mosse dai giovani vi è quella

che spesso gli eventi organizzati hanno

risalto solo internamente ai comuni o agli

stessi soci, senza essere estesi anche a realtà

vicine.

Tra gli aspetti promossi del gruppo giovani

vi è il ‘fare gruppo’ (42%), l’attribuzione

di responsabilità e impegni (25%) e la leadership

(12%).

Le criticità arrivano dalla difficoltà a mantenerlo

in vita. Spesso non si è in grado di

accettare ed apprezzare la disponibilità di

tutti i volontari, specialmente di quelli più

occasionali, così come la diversità culturale

degli aderenti, in una realtà sociale ed

etnica in continua evoluzione.

Presentati i risultati dell’indagine, il pomeriggio

del forum è proseguito con 4 tavoli

tematici, gestiti con il CSV Bergamo, nei

quali i partecipanti sono stati suddivisi:

“Come costruire azioni promozionali efficaci”,

“I giovani e l’Avis”, “Gruppo Giovani

Provinciale e Gruppi Giovani locali:

quali collaborazioni?”, “Perché è importante

avere un Gruppo Giovani?”.