Vaccini antiinfluenzali per donatori: modalità di ogni regione
L’offerta della vaccinazione antinfluenzale gratuita per i donatori
di sangue è stata attivata da tutte le regioni e viene
erogata con diverse modalità
Vaccini antiinfluenzali per donatori: modalità di ogni regione

L’offerta della vaccinazione antinfluenzale gratuita per i donatori

di sangue è stata attivata da tutte le regioni e viene

erogata con diverse modalità; alcune hanno scelto i medici di

base mentre in altre il vaccino si somministra direttamente

nei servizi trasfusionali. Lo afferma una survey condotta dal

Centro Nazionale Sangue attraverso le Strutture Regionali di

Coordinamento per le attività trasfusionali (Src).

Secondo le risposte ottenute dal Cns in tutte le regioni e le province

autonome i donatori di sangue possono vaccinarsi gratuitamente

come previsto dalla circolare ministeriale emanata

lo scorso maggio, che ha aggiunto questa categoria a quelle

‘classiche’ come donne in gravidanza, anziani e malati cronici.

La principale modalità di erogazione è risultata il medico

di base (scelta da Friuli Venezia Giulia,

Veneto, Piemonte, Emilia Romagna,

Puglia, Umbria, Marche, Sardegna, Sicilia,

Calabria, Lazio, Molise, Abruzzo,

Toscana, Campania), insieme agli ambulatori

vaccinali delle Asl (modalità prevista

da Veneto, Val d’Aosta, Basilicata,

province di Trento e Bolzano, Toscana,

Umbria, Sicilia, Calabria, Lazio, Abruzzo

e Campania). In Val d’Aosta, Emilia

Romagna e Liguria è possibile vaccinarsi

anche direttamente nei servizi trasfusionali.

In tutte le Regioni è necessario

presentare un documento che attesti

l’iscrizione ad una associazione di donatori

o un certificato di avvenuta donazione

per accedere al servizio. Dopo la

somministrazione del vaccino i donatori

dovranno attendere 48 ore prima di poter

effettuare una donazione.

L’iniziativa, spiega il direttore generale

del Cns Giancarlo Maria Liumbruno,

ha anche lo scopo di limitare le carenze

che si verificano di solito in corrispondenza

del picco influenzale. “Le

carenze all’inizio dell’anno non sono

una novità – afferma Liumbruno -. Se

da una parte serve una migliore e puntuale

programmazione della chiamata

dei donatori per effettuare le donazioni

da parte delle associazioni e federazioni

del volontariato del sangue, il problema

dell’epidemia influenzale, che proprio a

gennaio-febbraio raggiunge il suo picco,

non può essere trascurato. Per questo

insieme al volontariato ci siamo attivati per far inserire i donatori

tra le categorie a cui viene offerta la vaccinazione. Ora che

il servizio è attivo su tutto il territorio nazionale auspichiamo

un’adesione massiccia da parte dei donatori”.

“Le Associazioni del volontariato del sangue sono state le

principali promotrici e sostenitrici della vaccinazione anti-influenzale

per i donatori.

Sappiamo che si tratta di un primo anno sperimentale per quasi

tutte le regioni italiane, ma possiamo ritenerci soddisfatti di

questo inizio. Invitiamo tutte le nostre sedi a darne adeguata

informazione ai donatori di sangue e al tempo stesso a segnalare

alle proprie strutture regionali eventuali problematiche

che si dovessero registrare sul territorio”.