La conferenza programmatica è stata un’occasione
di approfondimento molto interessante e
senza dubbio la possibilità stessa di approfondire
alcuni argomenti era uno degli obiettivi principali
che ci eravamo posti. Posso affermare che tutte
le AVIS che hanno partecipato lo hanno fatto in
modo attivo e hanno contribuito all’ottima riuscita
del dibattito.
Sono contento che sia iniziato questo confronto,
che sarà anche un metodo di lavoro per i prossimi
anni.
Le linee programmatiche che ci daremo cercheranno
di tracciare modelli organizzativi e gestionali
che siano in grado di rispondere alle nostre
esigenze, sia dal punto di vista della raccolta sia
della struttura globale delle nostre sedi.
Dovremo per forza tenere conto degli adeguamenti
dei nostri statuti, in seguito alla riforma del
terzo settore, e delle novità fiscali.
Un altro punto rilevante emerso e sottolineato
riguarda il lavoro che stiamo portando avanti sul
bilancio sociale.
Dobbiamo avere una conoscenza più approfondita
qualitativa e quantitativa della nostra Associazione,
perché solo con dati certi e certificati potremo
programmare le nostre attività.
Abbiamo spesso un debito informativo nei confronti
delle nostre sedi e del mondo esterno. Con
una maggiore conoscenza della realtà potremo
sicuramente rispondere alle esigenze delle sedi in
modo più appropriato e qualificato.
Nella conferenza abbiamo ribadito la centralità
del binomio donatore / malato, che evoca e richiama
l’imprescindibile necessità di sottolineare e
difendere la donazione di sangue, emoderivati ed
emocomponenti quale gesto etico, interpretato e
declinato in ognuna delle fasi: dalla disponibilità
del donatore, alla raccolta, alla lavorazione, fino
alla proprietà dei farmaci ed emoderivati.
Attraverso i tanti interventi dei relatori, abbiamo
avuto la conferma che i temi sui quali focalizzare
maggiormente la nostra attenzione – anche attraverso
il progetto del Centro studi - sono: i giovani,
la scuola, il mondo del lavoro, l’invecchiamento
della popolazione e il calo demografico, i nuovi
cittadini, i flussi migratori interni I flussi di mobilità
sanitaria.
Un confronto di questo tipo, volutamente e necessariamente
aperto ai contributi e alle buone prassi
del territorio, è stato anche il modo migliore, lo
strumento idoneo ed adeguato, per cementare
una imprescindibile unitarietà associativa. L’aspettativa
è che AVIS e tutti noi possiamo uscire
maggiormente arricchiti da questi due giorni di
lavori, con una maggiore convinzione di dovere
e potere lavorare insieme su obiettivi comuni, lasciando
da parte le singole pretese.