Conferenza programmatica: un confronto aperto con il territorio
di Gianpietro Briola, Presidente AVIS NAZIONALE
Conferenza programmatica: un confronto aperto con il territorio

La conferenza programmatica è stata un’occasione

di approfondimento molto interessante e

senza dubbio la possibilità stessa di approfondire

alcuni argomenti era uno degli obiettivi principali

che ci eravamo posti. Posso affermare che tutte

le AVIS che hanno partecipato lo hanno fatto in

modo attivo e hanno contribuito all’ottima riuscita

del dibattito.

Sono contento che sia iniziato questo confronto,

che sarà anche un metodo di lavoro per i prossimi

anni.

Le linee programmatiche che ci daremo cercheranno

di tracciare modelli organizzativi e gestionali

che siano in grado di rispondere alle nostre

esigenze, sia dal punto di vista della raccolta sia

della struttura globale delle nostre sedi.

Dovremo per forza tenere conto degli adeguamenti

dei nostri statuti, in seguito alla riforma del

terzo settore, e delle novità fiscali.

Un altro punto rilevante emerso e sottolineato

riguarda il lavoro che stiamo portando avanti sul

bilancio sociale.

Dobbiamo avere una conoscenza più approfondita

qualitativa e quantitativa della nostra Associazione,

perché solo con dati certi e certificati potremo

programmare le nostre attività.

Abbiamo spesso un debito informativo nei confronti

delle nostre sedi e del mondo esterno. Con

una maggiore conoscenza della realtà potremo

sicuramente rispondere alle esigenze delle sedi in

modo più appropriato e qualificato.

Nella conferenza abbiamo ribadito la centralità

del binomio donatore / malato, che evoca e richiama

l’imprescindibile necessità di sottolineare e

difendere la donazione di sangue, emoderivati ed

emocomponenti quale gesto etico, interpretato e

declinato in ognuna delle fasi: dalla disponibilità

del donatore, alla raccolta, alla lavorazione, fino

alla proprietà dei farmaci ed emoderivati.

Attraverso i tanti interventi dei relatori, abbiamo

avuto la conferma che i temi sui quali focalizzare

maggiormente la nostra attenzione – anche attraverso

il progetto del Centro studi - sono: i giovani,

la scuola, il mondo del lavoro, l’invecchiamento

della popolazione e il calo demografico, i nuovi

cittadini, i flussi migratori interni I flussi di mobilità

sanitaria.

Un confronto di questo tipo, volutamente e necessariamente

aperto ai contributi e alle buone prassi

del territorio, è stato anche il modo migliore, lo

strumento idoneo ed adeguato, per cementare

una imprescindibile unitarietà associativa. L’aspettativa

è che AVIS e tutti noi possiamo uscire

maggiormente arricchiti da questi due giorni di

lavori, con una maggiore convinzione di dovere

e potere lavorare insieme su obiettivi comuni, lasciando

da parte le singole pretese.